11/01/2022
Sono tante le novità arrivate in chiusura dell’anno appena trascorso, da molti considerato l’Anno Zero di un processo storico di transizione che necessariamente ci porterà a ridefinire completamente il modo in cui produciamo, trasformiamo, consumiamo e distribuiamo l’energia.
Con l’entrata in vigore del D. Lgs. 199/2021 lo scorso 15 dicembre, in particolare, è stata significativamente rivista la vigente normativa sulla condivisione dell’energia attraverso Comunità Energetiche e gruppi di Autoconsumo Collettivo. Rispetto a quanto definito con il decreto Milleproroghe e successivi provvedimenti ARERA, MiSE e GSE emanati nel 2020, si è tentato di superare le criticità e i limiti emersi chiaramente nella fase iniziale di applicazione, rimasta sostanzialmente su un piano sperimentale, e introducendo un potente strumento per accelerare sull’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, dall’alto valore etico e sociale.
Dopo essere stati oscurati dall’ondata del Superbonus a poco tempo dalla loro introduzione, gli schemi incentivanti per la condivisione di energia da fonti rinnovabili (nelle declinazioni di CER – Comunità Energetiche Rinnovabili e AUC – Auto-consumatori Collettivi), sono ormai destinati a diventare il nuovo paradigma per lo sviluppo della generazione distribuita da fonti rinnovabili, ponendo nuove sfide e stimoli sia nella gestione delle reti e nell’organizzazione stessa delle comunità del territorio.
Il nuovo decreto si inserisce, peraltro, nel contesto degli stringenti obiettivi del 2030 del PNIEC e sarà compito del MiTE definire entro il 15/03/2022 le modalità di integrazione delle nuove disposizioni con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale prevede espressamente il finanziamento per lo sviluppo Comunità Energetiche Rinnovabili.
Rispetto al modello definito dalla precedente normativa del decreto Milleproroghe, del Decreto MiSE del 16/09/2020, Delibera ARERA 318/2020/R/eel e Regole Tecniche del GSE del 22/12/2020, sono diversi i punti sostanziali che vengono modificati.
Il superamento del perimetro delle cabine secondarie di trasformazione, arrivando ad includere le forniture sotto la stessa cabina primaria, costituisce sicuramente uno dei potenziamenti più significativi della norma, consentendo di includere più soggetti e rendere più sostenibili le nuove installazioni e relativi business plan.
La potenza degli impianti incentivabile viene portata, invece, da un limite di 200 a 1.000 kW, senza escludere la connessione alla Comunità di ulteriore potenza installata al servizio della stessa, con la frazione di energia condivisa soggetta ad incentivazione, calcolata da un algoritmo di ripartizione. Il provvedimento decreta inoltre anche la possibilità di inserire fino al 30% della potenza totale di impianti già esistenti.Altra importante novità è rappresentata dall’abolizione per gli impianti esistenti dello Scambio sul Posto al 31/12/2024, da sostituirsi gradualmente con altre forme di incentivazione sui piccoli impianti. Per i nuovi impianti, lo SSP sarà eliminato a 90 giorni dai decreti MiTE.
Per le Comunità Energetiche si apre anche la strada al diritto di partecipare a servizi legati alla cosiddetta Demand Response che, grazie al beneficio apportato in termini di flessibilità e stabilità, diventano sempre più determinanti nella gestione delle reti energetiche del futuro.
In attesa di nuove indicazioni demandate al MiSE e MiTE, per questo sistema di produzione e consumo energetico rimane valido in via transitoria l’incentivo ventennale sul totale dell’energia condivisa dalla CER e gruppo di auto-consumatori.
L’entrata unitaria nel cash-flow della Comunità ammonta nel complesso a circa 180-190 €/MWh, ripartita nelle seguenti voci:
- 110 €/MWh pagata alla CER e 100 /MWh per i gruppi di Autoconsumo collettivo
- Circa 9 €/MWh restituzione oneri di trasmissione e dispacciamento, definito annualmente in misura forfettaria da ARERA
- Valorizzazione di circa 70 €/MWh attraverso RID in un regime stabile del Mercato.
Potrebbe interessarti anche...